“Credi di potercela fare
e sarai già a metà strada”
[Theodore Roosevelt]
Avere degli obiettivi, pensare al domani, progettare il futuro. Per alcuni emozionante; per altri faticoso; per altri ancora, un atto di coraggio. Sono ormai 2 anni che conosciamo i volontari di G.a.l.s. Onlus, li ammiriamo e li sosteniamo.
Pensiamo che siano un esempio, la dimostrazione che “fare” per gli altri è anche migliorare se stessi. Per questo motivo abbiamo voluto confrontarci con il Presidente di G.a.l.s. Onlus, Aniello D’Antuoni e far conoscere il loro impegno e la loro determinazione.
È un piacere raccontarti la nostra storia. G.a.l.s. Onlus è stata costituita il 15 dicembre 2012, proprio a seguito di un pellegrinaggio a Lourdes dove un gruppo di amici, disabili e volontari, hanno trascorso sette giorni insieme h24. Da qui, abbiamo cercato di “continuare” questo rapporto di amicizia e di fratellanza creando G.a.l.s. Onlus, con l’obiettivo principale di replicare l’esperienza di Lourdes a Salerno e vivere tutti i giorni dell’anno con la stessa intensità del pellegrinaggio.
Per molti degli amici disabili, infatti, il viaggio a Lourdes e ora G.a.l.s. Onlus rappresentano un’occasione importante per evadere dalla monotonia di tutti i giorni (non a caso durante il viaggio sembra che tocchino il cielo con un dito!). Mi piace definire tutto ciò il miracolo di Lourdes perché, come ho già detto prima, grazie a G.a.l.s. Onlus si dà la possibilità a tutti di vivere ogni giorno la bellissima esperienza del pellegrinaggio.
Ci tengo a precisare che l’obiettivo fondamentale dei volontari non è quello di occupare il proprio tempo libero ma quello di spendere e donare il proprio tempo ai nostri amici disabili. Infine, approfitto di questa occasione, per dire che lo scorso gennaio abbiamo portato a termine un altro importantissimo progetto, ovvero l’inaugurazione del centro sociale polifunzionale la “Casa di Bernadette”.
Sì, è difficile trovare volontari, anzi dal 2012 ad oggi è aumentato notevolmente il numero degli amici disabili rispetto al numero dei volontari che invece tende a diminuire. A mio parere oggi, oltre alla poca sensibilizzazione su questi temi e alla scarsa informazione, si è un po’ confusa la figura del volontario con quella dell’operatore; non a caso, i giovani si affacciano a questa realtà in maniera diversa poiché la vedono come un’occasione di lavoro come operatore sociosanitario.
Inoltre, oggi, è molto difficile che un ragazzo che non lavori faccia il volontario, cosa che ad esempio prima non accadeva (io stesso ho iniziato a fare volontariato a 16 anni fino ai tempi dell’Università).
Infine, altra grande problematica è un aumento del costo del viaggio di 7 giorni a Lourdes non indifferente, fino a circa 600 €, cifra che scoraggia molti giovani a partecipare.
Cerchiamo di utilizzare sempre il treno perché, oltre al fatto che molti amici disabili non possono prendere l’aereo, è una parte integrante del pellegrinaggio ed inoltre fa da apripista a tutte le attività.
In treno, infatti, ci si inizia a conoscere e si inizia a fraternizzare cosa che difficilmente si riesce a fare con un mezzo veloce come l’aereo; le 28 ore di viaggio servono proprio a questo: creare un rapporto di fiducia, amicizia e fratellanza tra gli amici disabili e volontari creando una vera e propria famiglia.
Purtroppo la difficoltà principale è che sempre di più le persone preferiscono l’aereo e tutto ciò minaccia l’esistenza del treno bianco che sempre di più appare come un mezzo poco veloce e antiquato. Cito a titolo di esempio il fatto che prima, per ogni treno, vi erano due, al massimo tre associazioni, ora invece viaggiano insieme circa 7/8 associazioni. La mia speranza è che in futuro possa continuare ad esistere il treno per accompagnare i nostri fratelli disabili a Lourdes.
E’ difficile raccontare le emozioni rispetto ai vari momenti del pellegrinaggio ciascuno li vive in funzione della propria spiritualità. Ai ragazzi il viaggio suscita sempre una grande emozione, dal momento che rappresenta un qualcosa che “rompe” la loro monotonia. Il post partenza, invece, rappresenta il momento “più critico” poiché molti di loro ritorneranno alla dura vita quotidiana in cui non riescono neanche ad uscire di casa.
Per i volontari sicuramente il pre-partenza è vissuto come il momento più carico di tensione ed ansia dal momento che tutto deve essere programmato nei minimi dettagli. Tuttavia, questa tensione diventa tutta energia positiva durante il viaggio e il soggiorno a Lourdes, grazie alla quale si creano anche tra i volontari dei rapporti di amicizia e condivisione. Infine, per i volontari il post partenza è visto come un momento di ricarica che ci permette di affrontare con energia tutto l’anno.
Grazie a voi, a Rossella e a tutto il team di Sip&T, per l’impegno e il supporto nei confronti di G.a.l.s. Onlus.